Genitori
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Esperienza di don Raffaele Benini

 

“Tutto quello che siete e che fate e che, ogni giorno, vivete … tutto viene innalzato, santificato e usato da Cristo per la redenzione del mondo”. (San Giovanni Paolo II)

     Ho citato questa frase di San Giovanni Paolo II per condensare in poche parole quello che io riesco a scorgere nei “Genitori in Cammino”. Amo spesso dire che di fronte alla sofferenza abbiamo tre modi di reagire:

> imprecare

> subirla passivamente

> farne dono

 

 … in nessuno dei tre casi la sofferenza ci viene tolta ma:

 

> se imprechiamo aggiungiamo sofferenza a sofferenza,

> se la subiamo passivamente, non serve a nulla,

> se la offriamo al Signore e la uniamo a quella di Cristo, diventa Redenzione che continua nella storia.

 

     Riscontro nei “Genitori in Cammino” proprio questo terzo atteggiamento vissuto, pur nella più atroce delle sofferenze, con lo spirito Missionario proprio di ogni vero cristiano.

Per questo, fondamentalmente, amo e sono grato ai “Genitori in Cammino”.

     Sappiamo tutti che la morte di un figlio è ciò che vi è di più innaturale, e tutti comprendiamo (o meglio cerchiamo di comprendere) il dolore dei genitori privati del frutto del loro amore, ma i “Genitori in Cammino” non si sono chiusi in se stessi, anzi, hanno voluto fare dono della loro sofferenza a favore di chi si sente, invece, schiacciato da essa.

     Qui in paese a Vigarano Pieve c’era un’anima santa, costretta a letto da 30 anni (fin dall’adolescenza), nella cecità più assoluta e ormai piena di piaghe da decubito indicibili; un giorno mi disse: “se il Signore mi ha fatto il dono dell’immobilità, io debbo utilizzarlo pregando per tutti voi che siete nell’azione”.

     Ai “Genitori in Cammino” è stato chiesto di fare dono della loro sofferenza e loro, come la persona che ricordavo sopra, hanno detto di SI! … Sembra quasi che, molti di loro, vivano la loro sofferenza come esperienza privilegiata del loro essere cristiani e missionari perché la Luce della Fede, che dà conforto e sollievo nelle difficoltà della vita, raggiunga tutti coloro che, purtroppo, hanno fatto la loro stessa esperienza di dolore.

     La fede ci rassicura che Dio vede le lacrime e le raccoglie, ma la fede, attraverso il dono dei “Genitori in Cammino”, ci dice ancor di più: ci dice che l’uomo può unire il suo dolore al dolore di Gesù avendo, nonostante tutto, la gioia meravigliosa di condividere con Gesù l’opera della Salvezza.

Non mi rimane che dire:

“Grazie, Signore, perché hai messo sul mio cammino queste straordinarie persone.

     Maria, madre Tua e madre nostra, misteriosamente associata alla loro sofferenza, sia loro di conforto e li sorregga sempre con la materna carità con cui ti ha accolto sulle sue braccia allorché venivi staccato dalla Croce”.

     Con affetto e stima,

                                                                                            don Raffaele Benini

    


Genitori in cammino - ultimo aggiornamento:  martedì 21 luglio 2015