Genitori
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Esperienza di don Silvano Bedin

 

     Non so quante volte Ugo mi ha sollecitato a scrivere la mia testimonianza  sul gruppo dei “Genitori in Cammino”. Ora sono molto felice che mi abbia così sollecitato per vincere la mia pigrizia a scrivere e per poter raccontare di un incontro che mi ha cambiato la vita.

      Da giovane sacerdote pensavo che il grande impegno del prete ruotasse  intorno alla pastorale giovanile, della famiglia, a quella dello sport... ma non pensavo proprio che ruotasse intorno alla realtà della malattia e della morte.

     Mi sono trovato nel ’94 cappellano alla Sacra Famiglia e a Sant’Agostino con il preciso compito di occuparmi dei giovani dell’asse di via Bologna. Un signore che lavorava sempre in parrocchia alla Sacra Famiglia improvvisamente perse un figlio ed entrò in uno stato di crisi psicologica e umana devastante, faceva dei discorsi che, a me prete, mi mettevano in difficoltà. Io cercavo sempre di parlare di altro, cercando di distrarlo con altri ragionamenti, ma lui andava sempre lì, voleva sapere di suo figlio: chi ha incontrato ora? Cos’è il Paradiso? Rimangono gli affetti e i legami che ci sono qui? Ci sente ora?

Ci vede?...

Poche settimane dopo, andando a benedire, per caso, suonai da una famiglia che aveva da pochissimo perso il loro figlio, e anche lì mi trovai molto in difficoltà. Cercavo di parlare di tutto senza però toccare questo dramma, pensando di non ferirli ulteriormente, ma essi cercavano in tutti i modi di portare il discorso sul loro dramma e questo mi metteva molto in imbarazzo.

Questi episodi che ti rimangono nella mente come un’esperienza fatta, da mettere nel tuo zaino, poi per volere di Qualcuno che è più grande di noi, li devi tirar fuori e diventano la porta di ingresso in un mondo che non ti aspettavi ma che segna per sempre la tua strada.

      Queste due famiglie furono quelle che fondarono i “Genitori in Cammino”. Erano Ugo e Lino che con il Sig. Danieli e insieme a pochi altri, misero le basi per poter partire e indirizzare altri genitori che avevano subito la perdita di un figlio, verso un cammino di formazione e di auto sostegno. Da questi incontri è partito anche il mio cammino di riflessione e di contatto vero, reale e duro verso il mistero della morte prematura di giovani e ragazzi.

      A Pontelagoscuro la vita da parroco, poi, mi mise davanti in maniera cruda e spietata alcuni drammi che mi hanno coinvolto direttamente nei sentimenti e negli affetti. Luca, Gian Luca, Daniele e Alex, un bambino di otto anni che era sempre con noi insieme alla sua famiglia, e tre ragazzi che erano sempre stati in parrocchia, nel giro di pochi anni,in un attimo ci lasciarono.

Il dramma delle famiglie, la difficoltà di accettare tutto questo da parte degli amici e la mia personalità che si confrontava con Dio e chiedeva perché? Mi chiedevo se la colpa era mia, se ero io a pregare poco, se ero mancante in qualche cosa? Perché Dio punisce la mia comunità? Tutte domande che ti assillano e non ti lasciano in pace ... tu le scacci dalla tua mente con ragioni che hai ormai fatto tue, ma poi ti ritornano e ti tormentano.

Poi devi pensare alle parole che devi dire, non solo nel funerale, ma alle famiglie, alle persone che ti chiedono e soprattutto ai ragazzi, gli amici i compagni...  da dove le prendi...? O prendi le parole  da frasi fatte, scritte dai libri, ma le persone se ne accorgono immediatamente, o cerchi di esprimere quello che provi “impastando” la Parola di Dio con la tua esperienza, con quello che negl’anni hai messo nel tuo zaino. Pensando che le parole, nei mesi del lutto, servono a poco, serve più che altro la vicinanza. Dopo, col tempo, quando i famigliari riescono a pensare, a riflettere e questo dramma lascia un po’ di spazio nella loro mente, servono anche le parole.  

Qui il ruolo dei “Genitori in Cammino” è fondamentale per capire che il tuo dolore non è il più grande del mondo, tanti come te soffrono, piangono e certe volte vanno alla ricerca, come i drogati, di cose che tamponino il vuoto e il dolore. Ma la vera medicina è parlarne con verità e libertà che non è frutto solo dei nostri sentimenti ma è frutto di un mistero di amore che supera ogni uomo, è il mistero del Cristo morto e risorto.

Così poi, ci si lega alle persone che ti trascinano con loro a vivere delle tappe fondamentali, scoperte favolose e anche di blackout spaventosi. Ma tu ci sei e condividi con loro la vita.

      Ho avuto la fortuna di partecipare con i “Genitori in Cammino” a due pellegrinaggi a Roma all’udienza del Papa e lì ci si accorge del grande dono che essi diventano quando insieme pregano e nello stesso momento a quanta sete hanno di far comunione con la chiesa attraverso la figura e le parole del Papa. E in questa visione di Piazza San Pietro che con le sue braccia ti accoglie, i genitori in cammino li vedo bene lì davanti, in prima fila, che si appoggiano al petto della Chiesa e si fanno consolare come fa una madre con suo figlio. Grazie di cuore!

                                                                                                             Don Silvano Bedin

    


Genitori in cammino - ultimo aggiornamento:  martedì 21 luglio 2015